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about.

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BIO

Nato a Napoli il 5 marzo del 1968, ha vissuto e vive tuttora a Milano. Autodidatta, ha sempre sentito la necessità di esprimersi attraverso il disegno e la pittura. Inquieto di fondo, non individua con serenità il suo percorso, e pratica studi tecnici che lo portano poi a svolgere una attività tecnica, associato in uno studio di architettura, mantenendosi in una dicotomia costante, tra attività tecnica e arte, quest’ultima però relegata in una dimensione introspettiva e notturna di ricerca personale e di risoluzione dei propri conflitti interiori. Per un breve periodo frequenta il gruppo artistico Rosetum di Milano, partecipando ad alcune mostre collettive alla galleria Velasquez, frequentando nello stesso periodo, corsi di disegno dal vero e serate di studi con l'artista Tina Jacobs, riscoprendo motivazione e nuove forme di analisi e ricerca. Dal figurativo, esplora l’arte astratta e semi astratta, passando dall’uso dell’olio all’utilizzo degli smalti e da una rappresentazione con profondità ad una individuazione bidimensionale, più grafica che pittorica, sentendo anche la necessità di realizzazione di piccole sculture.  Dal 2020, periodo storico in cui tutto si ferma, sente la necessità di una più profonda e mirata ricerca e di una sperimentazione e realizzazione più costante e continuativa. Ricerca una crescita artistica, interiore, e confronto che lo porta a partecipare a mostre collettive a Venezia, Londra, Castiglion Fiorentino, Milano, Roma, Sondrio e Trieste. Prosegue, oggi, la ricerca e la sperimentazione ​ nell’ambito di tematiche legate alle dinamiche sociali, come giustizia, libertà, potere, uguaglianza, e della metafisica dell’arte astratta, esplorando ciò che non è tangibile attraverso l’uso di linee, colori e geometrie semplici come tentativo di riduzione del mondo materiale a essenze più pure e universali e rappresentando tempo e spazio in modo non convenzionale, suggerendo una visione più ampia e complessa della realtà.

 

 

STATEMENT

Uso l’arte come ricerca di un benessere personale; una necessità di completamento e come tentativo di risoluzione delle criticità quotidiane, in un ambito non razionale e privo di vincoli.

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Vision

La mia arte nasce dal desiderio di esprimere il concetto di libertà come bene più prezioso, non solo come diritto umano fondamentale, ma come forza creativa che trascende ogni vincolo. Nella realizzazione delle mie opere ricerco una libertà dai giudizi imposti, dai dogmi, dalle strutture rigide della società e dalla violenza che permea il nostro mondo. La libertà di espressione e il lavoro continuo introspettivo e di miglioramento personale sono al centro della mia ricerca artistica. Durante la realizzazione sono in una continua deriva interiore tra razionalità e irrazionalità, tra il bisogno di ordine e l’espressività emozionale, tra il bianco e il nero, tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto, nella ricerca della mia forma e cromia ideale, ma più spesso ritrovo una vibrante imperfezione non risolta.

Attraverso l'arte, tento di evidenziare le possibilità dell’uomo, la consapevolezza delle sue potenzialità e delle sue contraddizioni, con una ricerca verso la comprensione di sé, verso un'evoluzione che, pur nella sua complessità e nel conflitto, può portare a una realizzazione più profonda, un amore universale che abbraccia ogni forma di vita.

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Processo creativo

Ricerco nella notte un rifugio e una solitudine per una ricerca introspettiva, per far riemergere emozioni di eventi, visioni, suoni, profumi, e ricordi, per trasferirli sulla tela. In questa dimensione fluiscono libere, emozioni contrastanti, e si aprono percezioni di portali senza tempo. Posso allora dialogare con il supporto e con il medium senza intermediari, senza interferenze, senza consiglieri ne giudici. Sono solo con me stesso, libero di creare, svincolato da razionalità e senso critico di terzi. Il concetto iniziale si evolve nel suo sviluppo e si trasforma assumendo forme e significati più ampi. Sono sempre immerso in una lotta di contrasti che si trasmettono anch’essi via via sulla tela evidenziando strati sovrapposti di imperfezioni e ripensamenti. Questa stratificazione si abbina ad una necessità più profonda che interessa il tempo, non solo come linea retta ma come un complesso di azioni e memorie che raccontano di un tempo mai finito ma che continua a evolversi sulla tela. Sento la necessità di rappresentare sulla tela in qualche modo il negativo, per esorcizzare paure, demoni e limiti, e tento di individuare punti focali di speranza e risoluzione. Con la ripetitività grafica di elementi o simboli a cui attribuisco connotazione positiva, ricerco un miglioramento profondo, come mantra per l’individuazione di un punto di equilibrio. Oltre il caos e l’incapacità di relazione, ricerco l’assenza del rumore di fondo, la semplificazione delle forme e la pulizia della visione di insieme, anche con l’eliminazione della prospettiva e con la ricerca di una grafica a due dimensioni, per un messaggio più chiaro e diretto. Tento di individuare la vibrazione data dal contrasto di alcuni elementi con il vuoto che è pulizia e pace.

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Tecnica e materiali

Il mio lavoro è una riflessione sulla condizione umana e sulla sua relazione con il tempo, la materia e le forze che ne determinano il percorso. Ogni materiale che utilizzo assume un significato e un simbolismo, un riflesso di ciò che siamo e delle dinamiche che influenzano la nostra esistenza. Così, per esempio, Il cavo metallico è per me una manifestazione della vita stessa: un filo sottile che si modella in base alle forze che lo agiscono, come le esperienze e le scelte che plasmano l'individuo. Il cavo rappresenta anche la caducità della vita terrena, che ha un inizio e una fine inevitabile, ma il suo percorso, pur frangibile e delicato, è anche capace di rivelare una sorprendente forza. La sua curvatura e le sue torsioni simboleggiano le infinite possibilità di sviluppo e il contesto in cui si evolve la nostra esistenza. Ma dietro il cavo metallico, che è manifestazione finita dell’esistenza, traspare un’aura di una energia senza tempo.

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La corda è' simbolo di costruzione, dell'operosità dell'uomo, del lavoro e della realizzazione dell'opera, che edifica l'uomo e lo eleva, simbolo di ascesa e di unione di forze congiunte. La tensione della corda sulla tela, traccia una verticalità o una orizzontalità, a seconda del messaggio che intendo comunicare, dividendo a volte i piani concettuali. Anch'essa è simbolo di vita, che identifica l'uomo nella sua essenza, nel passaggio da figurativo ad astratto. Le fibre intrecciate mi forniscono quel senso grezzo di materialità, che insieme alla stesura materica del colore, stratificano un tempo passato, presente e futuro in cui liberamente ci muoviamo, nel percorso di un viaggio non definito.

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I listelli di legno rappresentano la capacità costruttiva dell'uomo, la sua abilità nel realizzare, edificare e trasformare la materia in qualcosa che trascende la mera funzione. Il legno è materiale vivo, che cresce, cambia e si evolve. Come l'essere umano, che, seppur fragile, è capace di creare opere che edificano sè stesso e la collettività, costruendo legami e significati che trascendono il proprio tempo.

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La sabbia, miscelata con smalti, viene utilizzata per rendere la superficie pittorica materica, un elemento che rimanda alla transitorietà delle cose, ma anche alla potenza di ciò che emerge dalla terra.

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I chiodi, con la loro rigidità, rappresentano un elemento di precisione e razionalità, e anche una dimensione negativa, in quanto forgiati da un sistema che tende a chiudere, a limitare. I chiodi, fissati e definitivi, simboleggiano la razionalità e la rigidità di un mondo che spesso impone regole inappellabili, limitando la possibilità di cambiamento.

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Con i numeri intendo esprimere l’ambizione, il denaro e il suo potere di dominare pensiero e azioni. I numeri rappresentano una corsa incessante verso obiettivi materiali, e anche l'incapacità di vedere al di là della superficie, quella realtà nascosta che sfugge alla logica pura e al calcolo.

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Le lettere capovolte simboleggiano l'informazione corrotta, distorta da chi ha l'intento di manipolare la verità. In questo capovolgimento, vediamo la verità apparente, quella che ci viene presentata come indiscutibile, ma che è, in realtà, un inganno.

La lettera A rappresenta la verità, l’informazione corretta, quella che è chiara e limpida, e che, pur nel caos del mondo contemporaneo, riesce a emergere, a guidare l’uomo verso una conoscenza autentica. Essa è il principio dell’informazione pura, il punto da cui partire per cercare la comprensione.

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Il numero zero è l'inizio, il punto di partenza, e il potenziale inespresso. Rappresenta ciò che ancora non è, ciò che non ha forma ma che, pur in silenzio, contiene infinite possibilità di realizzazione. Esso è la condizione primordiale, il vuoto da cui ogni cosa può emergere.

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Il numero 1 è il punto focale, l’obiettivo, ma non un compimento di un percorso. È ciò a cui tendiamo, ed è un punto ideale che si sposta progressivamente restando sempre un punto di riferimento lontano per traguardare il nostro percorso di viaggio. La linea virtuale che collega il numero zero al numero uno rappresenta il percorso della nostra esistenza terrena. Una linea che, pur apparentemente dritta, può prendere mille direzioni, deviazioni, contorsioni, a seconda della nostra volontà e delle scelte che compiamo.

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Supporto e strumenti di stesura del medium

Mi piace lavorare, ora, su tela di juta grezza da preparare, perchè posso leggere la trama, anche dopo l'applicazione del colore, e decidere come applicare l'imprimitura. Nei vari stati del lavoro, mi piace mantenere quel senso grezzo e grossolano dei materiali per ricercare uno stato di usura, materiali logorati dal tempo, per dare una dinamicità temporale. Sulla tela grezza di juta, dopo l’apprettatura preliminare e l’imprimitura a gesso vinilico, lavoro a superfici ampie di colore a spessore materico diverso, come ad esempio una parte tirata a spatola e strati di smalto e sabbia e una altra a velature o carteggiature, per differenziare profondità diverse. Durante il lavoro mi piace anche tralasciare imperfezioni, ricercate o non volute, per ottenere un risultato del tempo che scorre o una dinamica. La maglia grezza di juta mi fornisce adesso quella trama grossolana che completa la sensazione materica del lavoro di cui ho bisogno.

Lavoro il medium con spatola, pennelli e rullo. La spatola per stendere e per asportare il colore, per creare e distruggere al contempo. Il gesto di applicare, asportare e graffiare rappresenta un atto di rimozione o sovrapposizione di un nuovo tempo, lasciando indizi e tracce di un passato che non viene totalmente annullato, ma che resta in superficie come impronta di un tempo, che continua a esistere come memoria, e come segno di un storia personale e collettiva, sedimentata, rivisitata e rielaborata. La tela diventa quindi un supporto che accumula strati di passato e futuro, in cui ogni strato di colore o di superficie graffiata si sovrappone a un altro, creando una tensione tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto, tra varie dimensioni del tempo non lineare.

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